Raccolta differenziata


LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
1)    IL VETRO
Rappresenta il 5-6% del totale dei rifiuti ed è possibile raccoglierlo separatamente nel 70-80% dei casi. Può essere riciclato molte volte, specie se raccolto differenziatamente anche rispetto al colore(verde, marrone, trasparente, ecc.).
2)    LA CARTA
In termini di peso la percentuale cartacea è stimata tra il  20% e il 30% del totale dei rifiuti solidi urbani (RSU). Recuperare questo materiale significa risparmiare enormi quantità d’acqua e d’energia(necessarie in fase di produzione) oltre che la pasta di cellulosa proveniente dalle piantagioni arboree. Non è riciclabile la carta copiativa, plastificata, lucida, oleata, ecc.
3)    L’ALLUMINIO
Il peso delle lattine rappresenta meno del 3% del totale dei rifiuti, però questa percentuale risulta essere molto maggiore in termini di volume. Oltre il 70% delle lattine in circolazione è di alluminio, materiale molto pregiato. Per ricavare    1 kg di alluminio nuovo da quello riciclato, occorre 20 volte meno energia che per produrlo ex novo dalla bauxite (minerale da cui ha origine).
4)    LE PLASTICHE
Rappresentano il 10-12% in peso ed il 20-25% in volume dei nostri scarti. Nessun organismo vivente è in grado di metabolizzarle, quindi rimangono per sempre nell’ambiente, sia nel terreno che nelle acque. Se bruciate rilasciano nell’aria varie sostanze tossiche tra le quali la diossina.
Rifiuti speciali
1)        Si stima che buona parte dei farmaci venduti rimanga alla fine inutilizzata. In essa è contenuta un’infinità di principi attivi che in ogni caso non devono finire in discarica dove , mescolati con altro, potrebbero creare dei composti altamente venefici.
2)        Le batterie delle automobili oltre a vari acidi contengono generalmente piombo. Nelle comuni pile sono contenuti metalli pesanti quali il mercurio ed il cadmio: la quantità di mercurio contenuta in 400 g di  pile, pari ad 1 g, è in grado di contaminare 1000 m3 d’acqua o   200 quintali di cibo. Lo smaltimento differenziato dei metalli pesanti, nonostante gli alti costi, serve ad evitare che questi entrino nella catena alimentare comportando danni per la salute dell’intero ecosistema.

Rifiuti tossici
Sono costituiti da: scarti dell’industria chimica, scorie radioattive, materiali cancerogeni. Piuttosto che stivarli nei paesi dove non esistono controlli, bisognerebbe evitare di produrli.
Discarica o inceneritore?
Dal momento che materiali non biodegradabili vengono messi in circolazione, ogni collocazione risulta ecologicamente insoddisfacente, ogni tecnica messa in campo per la loro gestione, rimane inevitabilmente inscritta nell’ambito della “riduzione del danno”. In questo senso le discariche con la loro ingombrante presenza ripropongono la questione della insostenibilità globale dei nostri consumi, a differenza degli inceneritori che oltre ad altri problemi, tendono a celare il problema scaricandolo direttamente nell’atmosfera sotto forma di emissioni nocive.