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Cos'è il cohousing
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Aggiornato: 16/03/2010

Cosa è il cohousing? “… è una particolare forma di vicinato dove coppie e singoli, ognuno nel proprio appartamento, decidono di condividere alcuni spazi e servizi comuni come il mangiare, la gestione dei bambini, la cura del verde, ecc. Insomma qualche cosa di più rispetto al tradizionale condominio, dove ognuno è trincerato all’interno del proprio appartamento, ma qualche cosa di meno di una comune, dove a legare tutti i membri è anche la condivisione dell’economia” (da “Cohousing e condomini solidali” a cura di Matthieu Lietaert).

E' uno di quei concetti nuovi, ma relativamente vecchi, nato negli anni '60 e sconosciuto qui in Italia praticamente fino ad oggi (a parte rarissime eccezioni). Come le energie “alternative”, quell'energia solare che viene utilizzata nel mondo da almeno 40 anni, ma il cui uso solo oggi, grazie ad una volontà politica trainata dall'Europa, si sta veramente diffondendo sul territorio italiano.

Anche in questo caso è in Nord Europa, in Canada, negli Stati Uniti che il cohousing si sta applicando da cinquant'anni come nuovo modello abitativo.

Il sistema abitativo nelle città, ed in particolare nelle grandi metropoli, sta lentamente fallendo, non riuscendo a tenere il passo con le profonde trasformazioni in atto nella struttura e nel concetto stesso di città, di famiglia, di socialità, di vivere quotidiano: è ormai palese il fatto che è sempre più difficile abitare in una città metropolitana come Roma, dove la vita è sempre più stressante e si creano e si rafforzano ogni giorno di più insicurezze e difficoltà negli individui. Fenomeni come l'aumento del traffico e quindi del rumore e dell'inquinamento atmosferico, l’aumento incontrollato del numero dei veicoli privati su strada, l'aumento della produzione dei rifiuti e la resistenza nella mentalità della gente alla raccolta differenziata rendono la città un posto dove molte persone scelgono di non far crescere la propria prole. Anche a piccola scala l'impronta ecologica degli individui che seguono i consueti modelli di vita e di consumo è diventata insostenibile dal territorio.

A livello sociale vi è l'enorme problema della disgregazione sociale: la solitudine delle persone anziane, l'isolamento delle famiglie, la mancanza di modelli per le persone più giovani. Questo fenomeno, un tempo arginato dalla presenza di forti legami (familiari, di piccole comunità, di adesione ad attività religiose), è causa di fortissimi disagi per ampie fasce di popolazione, da quella delle persone immigrate a quella costituita da giovani genitori (coppie o famiglie monoparentali, il problema è il medesimo) lontani dalla famiglia di origine (e per essere lontani basta vivere ai due capi della città). La mancanza di reti sociali, causata da una pluralità di fattori come l'estendersi dei confini della città, l’aumento dei tempi di spostamento, la flessibilità degli orari di lavoro, l'incomunicabilità delle persone accentuata dalla mancanza di sicurezza, la carenza di spazi di aggregazione, la forma stessa delle nostre case e quartieri, supportano tragicamente l'estinzione di pratiche salutari come l'aiuto reciproco, l'interesse per il proprio quartiere, il senso civico e comunitario. Vi è inoltre il riconoscimento ed il proliferarsi di modelli familiari alternativi: coppie di fatto, single, famiglie monoparentali, persone anziane sole. Questa complessità non sempre riceve delle risposte adeguate dalla città non solo a livello abitativo, ma soprattutto a livello sociale e di servizi. Il problema abitativo è poi una questione spinosissima a livello nazionale. A cominciare dal piano casa per poi passare alle case popolari, fino ad arrivare all'housing sociale, l'edilizia residenziale pubblica, l'emergenza abitativa, il mutuo sociale, gli affitti calmierati, le occupazioni, gli sfratti sono tutti aspetti dello stesso problema: la necessità di una casa per tutte le persone. Occorre porre in evidenza il fatto che senza la dovuta attenzione ai fenomeni sociali garantire un alloggio non è mai stato una soluzione sufficiente: è ormai assodato che la creazione di quartieri popolari (uno per tutti: Corviale) in cui mancano le condizioni per la creazione di una coesione sociale, di una consapevolezza comunitaria, di un sistema di servizi basilari, ha prodotto e continua a produrre molta instabilità e di fatto si è rivelata una soluzione fallimentare del problema. Si consideri infine che il precariato e la crisi economica mondiale stanno portando ad un innalzamento della soglia di povertà per cui si è creata una sostanziosa fascia di persone e di famiglie a rischio, che fatica a pagare un affitto o un mutuo, ad accedere a prestiti o anche semplicemente a far quadrare il bilancio mensile famigliare. Queste persone potrebbero cadere da un momento all'altro nella categoria delle nuove persone povere con conseguenti costi economici e sociali per il paese, se non supportate da interventi efficaci dell'Amministrazione e della politica. Interventi che non debbono essere di carattere assistenzialistico, ma che dovrebbero dare delle soluzioni a lungo termine.

Il cohousing risponde a tutte queste problematiche in modo nuovo, in maniera attiva e partecipata, coinvolgendo e responsabilizzando le persone nel miglioramento della qualità della propria vita e di quella del proprio intorno. Sono le persone che, animate da questa spinta al miglioramento, creano dei gruppi che condividono il quotidiano, riscoprono le enormi potenzialità del vivere insieme, aumentano la coscienza della tolleranza, della risoluzione dei conflitti, stimolano l’ aiuto reciproco.

Ma torniamo alla domanda iniziale: cos'è il cohousing?

Il cohousing è una comunità residenziale a servizi condivisi.

Questa definizione ben descrive le caratteristiche principali del cohousing e cioè di essere una COMUNITA' di persone, di avere carattere RESIDENZIALE, di creare dei SERVIZI per gli abitanti (e non solo) ed infine di CONDIVIDERE tali servizi e spazi comuni.

1- La COMUNITÀ è tale perché formata da persone riunitesi spontaneamente, con lo scopo di ottimizzare la capacità organizzativa della famiglia e di ritrovare una socialità. Generalmente la comunità e di tipo trasversale, cioè raggruppa gente di diverse età e fasce sociali, accomunate dalla stessa ideologia, dalle stesse necessità o problemi, dallo stesso stile di vita. La forza del gruppo è quella di avere la capacità di stare insieme, darsi delle regole e coniugare il privato con il collettivo, senza contare che è anche l’esperienza stessa del cohousing ad aiutare le persone ad acquisire una maggiore maturità alla convivenza civile e ad approfondire il proprio spessore relazionale. Per le/i bambine/i in particolare, la possibilità di disporre di scambi con coetanei rappresenta un elemento prezioso di socialità se si pensa che ormai difficilmente le/i bambine/i riescono a frequentare compagne/i di gioco al di fuori degli ambienti scolastici o di attività strutturate. Un discorso simile può essere fatto per le persone anziane.

2- La coabitazione consiste in un insediamento o edificio RESIDENZIALE di 10-20 o anche 100 abitazioni di diversa metratura e di alcune aree considerate spazi comuni e che sono destinati, appunto, ad attività comuni. Le abitazioni private soddisfano i bisogni primari della persona o della famiglia: mangiare, lavarsi, dormire, studiare, avere la propria intimità. Le seconde rispondono ai bisogni secondari di organizzazione della vita quotidiana (lavanderia, magazzino, orto, biblioteca, stanze per gli ospiti, etc) nonché ai bisogni di socialità: (sala per bambine/i, salone comune, giardino, ……).

3- I SERVIZI che si creano all'interno, attraverso strategie di consenso e di partecipazione, sono legati alle necessità della comunità che lo abita, per cui in un cohousing con molte famiglie giovani sarà forse presente un micronido, in un altro con presenza di persone anziane vi saranno delle attività o assistenza per anziani, ovvero un gruppo di acquisto, un car-sharing, un'organizzazione di turni per le pulizie o per gli spostamenti …. I servizi possono poi costituire anche un valore aggiunto per il territorio in cui il cohousing si trova, in quanto possono essere aperti alle/gli abitanti del quartiere, o addirittura organizzati secondo le necessità del quartiere in un'ottica di partecipazione allargata. Possono quindi trovare spazio nidi familiari comunali, centri per anziani, spazi di aggregazione per adolescenti, orti sociali, punti di informazione sulla sostenibilità, sostegno alla genitorialità…

4- La condivisione degli spazi comuni e dei sevizi, nonché delle decisioni, è il motore del cohousing. Dalla condivisione di beni (che a volte sarebbero irraggiungibili per il singolo) deriva un elevato risparmio economico, dalla condivisione di servizi si ottiene un risparmio di tempo e di stress, dalla condivisione di decisioni (partecipazione nelle scelte, il metodo del consenso, la gestione dei conflitti) si crea una coscienza collettiva e sociale che oggigiorno va ahimè scomparendo.

Il valore del cohousing sta nella creazione di una RETE SOCIALE al suo interno che permette di affrontare più agevolmente le complessità della vita moderna e metropolitana. La rete sociale infatti, se ben organizzata, permette di venire incontro a quelle necessità che normalmente non trovano soddisfazione, come l'esigenza di dimensioni più umane di socialità, di aiuto reciproco e di buon vicinato, il contenimento dello stress, la riduzione dei costi di gestione delle attività quotidiane, il bisogno di sicurezza al di fuori delle mura domestiche. Il valore aggiunto è che questa rete sociale si può allargare anche all'esterno del cohousing ed investire il quartiere in cui esso è presente. Inoltre dalle esperienze dei cittadini che sperimentano e costruiscono in prima persona le buone pratiche, può partire un circolo virtuoso che modifica gli assetti sociali e le strutture fisiche del territorio.

Un'altra parola chiave del cohousing è SVILUPPO SOSTENIBILE. Il cohousing infatti si presenta come strategia di sviluppo sostenibile in grado di dare benefici sul piano sociale ed ambientale: se da un lato la condivisione di spazi, attrezzature e risorse agevola la socializzazione e la cooperazione tra gli individui, dall'altro questa pratica, unitamente ad altri "approcci" quali la costituzione di gruppi d'acquisto interni, favoriscono il risparmio energetico e diminuiscono l'impatto ambientale di queste comunità.

La realizzazione di nuclei di questo tipo nel corpo della città, pensati come progetti pilota, potrebbe innescare una trasformazione a rete del concetto stesso di abitare e di città.



Tratto dallo “Studio sul cohousing nell’area metropolitana di Roma”

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