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Cohousing
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Cos'è il cohousing
Sintesi dello studio
Rassegna Stampa e Link

Aggiornato: 16/03/2010

SINTESI DELLO STUDIO


Il primo capitolo descrive cos’è il cohousing, la sua storia, come funziona.

La moderna teoria del cohousing è nata in Danimarca negli anni ’60 da un gruppo di famiglie di radici contadine insoddisfatte delle abitazioni e delle comunità nelle quali vivevano e che sentivano lontane dai propri bisogni quotidiani. Una figura chiave per la nascita dell’idea di cohousing fu Jan Gødmand Høyer, che trasse ispirazione dai suoi studi di architettura ad Harvard e dalla frequentazione in quell’epoca di comunità sperimentali negli Stati Uniti.

Lo studio si sofferma anche ad analizzare cosa non è il cohousing, perché spesso le persone tendono a confonderlo con altre forme comunitarie o abitative, come le comuni degli anni 60, le occupazioni, le città utopiche, le convivenze, le comunità religiose. Il capitolo è stato curato dall’Associazione Ecoabitare di Roma


Il secondo capitolo invece mostra la diffusione del cohousing nel mondo descrivendo vari esempi di cohousing realizzati. Ogni cohousing ha infatti la sua storia e le sue caratteristiche, a seconda del luogo in cui sorge, della città e del singolo gruppo. Ad oggi si trovano oltre 600 comunità di cohouses in Danimarca, più di 100 negli Stati Uniti e altre centinaia nel resto dell’Europa, Regno Unito, Olanda, Svezia e Germania. Sono esposti anche gli esempi italiani. Infine sono menzionate le associazioni che sono attive nel mondo ed in Italia per la diffusione del cohousing , il supporto nella creazione e gestione dei cohousing. Per Roma citiamo L’associazione Ecoabitare, L’associaizone la casa sull’albero e la rete di coordinamento per il cohousing.


Il terzo capitolo approfondisce le caratteristiche positive del cohousing inserendole nel contesto romano. Viene analizzata l’area metropolitana di roma dal punto di vista, socio-culturale, ambientale ed urbanistico. Problemi come l’emergenza abitativa, l’invivibilità della città, la sensazione di vulnerabilità, l’isolamento delle persone anziane, la disgregazione della famiglia, la difficoltà delle donne e l’allargamento della fascia di povertà sono problemi esistenti a cui il cohousing può dare una risposta.

Viene preso in considerazione il nuovo PRG, ma anche il nuovo piano casa della Regione Lazio, il DPFR 09-11 del comune di Roma, tutti indicano la necessità di un cambiamento nella gestione del territorio: dalla ricompattazione dei tessuti esistenti all’abbassamento del consumo di suolo e di risorse, fino all’allargamento della partecipazione cittadina sulle scelte urbane. Anche in questo caso il cohousing è uno strumento ottimale per raggiungere molti degli obbiettivi fissati dalle pubbliche amministrazioni.

Attraverso la promozione di progetti di cohousing, e rendendo operative realtà già esistenti, il Comune di Roma potrebbe finalmente affrontare i problemi legati all'emergenza abitativa, alla ricompattazione del tessuto edilizio, alla mancanza di un sistema efficace di welfare cittadino, alla solitudine delle famiglie utilizzando metodologie di lavoro partecipative e dal basso per la progettazione degli spazi e dei servizi e sfruttando la volontà delle persone di migliorare il posto in cui vivono.

Tuttavia manca una specifica e chiara normativa di riferimento: ci troviamo di fatto in territorio inesplorato in quanto le poche realtà esistenti sono a carattere privato o, al massimo, finanziate da enti religiosi o umanitari. Nasce l’esigenza di ipotizzare un suo riconoscimento che vada a suggerire gli strumenti idonei a favorire l’ingresso in Italia di questa realtà, visto il suo enorme valore sociale e l’impatto favorevole che avrebbe, in particolare nelle aree metropolitane.

Nel quarto capitolo vengono quindi proposti degli strumenti al comune per utilizzare il cohousing nelle sue scelte abitative e sociali.

Compresa la necessità di partire dal gruppo di cohousing, viene descritta la formazione ed organizzazione dei gruppi e viene proposto di utilizzare delle formule giuridiche per il loro riconoscimento. Partendo dalle forme esistenti, quali associazioni e cooperative, si suggerisce di utilizzare un metodo di certificazione ufficiale dei gruppi, in modo da attestare le caratteristiche intrinseche di ciascuno di loro e le loro necessità e potenzialità.

In questo modo è possibile accedere al passo successivo, cioè la normativa in materia di edilizia residenziale: Viene perciò analizzata la normativa nazionale e regionale sia sui temi dell’ Edilizia Residenziale Pubblica, che sull’ housing sociale, passando anche per l’autocostruzione e l’auto recupero. Per ognuna di queste modalità di attuazione vengono studiati gli aspetti che ben si possono coniugare con la realizzazione di un cohousing e vengono messi in luce anche i limiti di tali normative, al fine di individuare le strategie migliori per introdurre questo nuovo concetto nella pratica comune.

Anche a livello economico sono indicati i sistemi di finanziamento utilizzabili per la realizzazione di un progetto di cohousing, come i fondi di rotazione o il project financing, che in italia non viene ancora sfruttato appieno nelle sue potenzialità.

Viene poi analizzato approfonditamente il processo partecipativo, uno dei principi fondamentali del cohousing, indicato dal PRG come metodo di progettazione della città. Uno degli obiettivi della Carta di Qualità del PRG è infatti quello di capire la richiesta di qualità della cittadinanza e di valorizzare le capacità progettuali e operative diffuse al fine di aumentare la qualità e la condivisione degli interventi urbani, oltre che permettere una maggiore realizzabilità attraverso il coinvolgimento di quante più risorse umane possibili. Inoltre è necessario che le trasformazioni urbane siano legate indiscutibilmente all’impatto che queste producono nell’ambito sociale in cui insisteranno

Infine viene proposto un esempio di progettazione e realizzazione di un cohousing per meglio chiarire i concetti espressi.

Il primo passo è quello di individuare un area da destinare alla realizzazione della struttura. La ricerca si è ristretta ad una zona interna al GRA per non seguire la logica dell'espansione della città, e al contrario immaginare il cohousing come inserito all’interno della città. Infatti progettare una nuova urbanizzazione non solo comporterebbe elevati costi ambientali ed economici, ma significherebbe anche creare una sorta di “isola felice” staccata dalla città e rischierebbe di rendere la comunità chiusa verso l’esterno. E' invece più importante agire nell’esistente, migliorando le condizioni dei quartieri degradati a livello sociale ed architettonico e ricompattando i tessuti lacerati della maglia urbanistica. Il cohousing quindi rappresenterebbe un elemento migliorativo e riqualificante delle aree esistenti, ma degradate. Tra i municipi è stato scelto il terzo perché aveva in passato manifestato interesse verso questa forma abitativa ed al suo interno è stato scelta un area tra quelle denominate “ambiti di valorizzazione”, che sono zone che nel tempo non hanno raggiunto o hanno smarrito i caratteri di identità […] o sono caratterizzati dalla presenza di edifici e manufatti non più utilizzati e riconvertibili a nuovi usi o che presentano fenomeni evidenti di degrado fisico e funzionale.

L’ambito scelto è il B7, che si trova nel quartiere di San Lorenzo. ed è inserito in un progetto più ampio

E’ stata fatta un’analisi approfondita sull’area, partendo dallo studio del quartiere e del tessuto sociale in cui la comunità di cohousing si inserisce. Poi si passa al rilevamento dell’area dal punto di vista fisico, morfologico, architettonico ed urbanistico, analizzando anche le proprietà e le cubature esistenti.

Vengono prese in considerazione le indicazioni che il PRG dà riguardo alla ristrutturazione dell’area, per la formulazione di un progetto di massima che comprenda anche il cohousing.

Nell’analisi e progettazione è stato studiato anche “Progetto Urbano San Lorenzo – Circonvallazione Interna – Vallo ferroviario” che il Comune di Roma sta proponendo come intervento di riassetto importante per la zona est della città. Il progetto rappresenta un’occasion importante per la riqualificazione di un ampia area (che comprende il territorio di vari Municipi (il primo, il terzo, il quinto, il sesto ed il nono) perché vuole utilizzare il metodo della partecipazione cittadina alle scelte progettuali: una logica che ben si sposa con il cohousing.

Dopo di ciò viene illustrata la metodologia da utilizzare per progettare in partecipazione con un gruppo ipotetico ed il risultato che ne deriva e per finire si descrivono i passaggi procedurali per intervenire sull’area, come previsti da normativa vigente.